venerdì 13 gennaio 2012

Il futuro dell’abitare sta nel co-housing


Crisi del mercato immobiliare e banche che sempre di più negano la possibilità di accendere un mutuo sono le facce della stessa medaglia. Ecco quindi che proprio nelle situazioni di stallo è necessario provare a ripensare ai modelli attuali e vedere se è possibile rivedere le regole del gioco proponendo modelli di consumo e sviluppo differenti.

L’abitazione è un bene primario ecco quindi che se l’acquisto di una casa rimane sempre di più un miraggio, soprattutto per le giovani coppie, ci si adatta e si va a pescare dagli anni ’60 un modo di intendere l’abitare più vicino alla esigenze dell’uomo. Stiamo parlando del co-housing dove possono appunti co-abitare più famiglie.
In queste case ci sono numerosi spazi pubblici come cortili, orti, giardini, cucine e laboratori dove le persone possono decide di vivere assieme rispettando le libertà degli altri e le proprie. Questo modo di vivere consente di risparmiare e di riscoprire uno stile di vita meno individualistico.

Abbiamo scoperto quindi che a fianco agli annunci immobiliari della agenzie esistono spazi in cui l’abitare è inteso in maniera differente, in quest’ultima categoria possiamo annoverare anche l’housing sociale. Un operazione di questo tipo viene solitamente promossa dalle pubbliche amministrazioni a favore di cittadini che non possono permettersi di acquistare una casa a pezzi di mercato.  Questo vale soprattutto per chi abita in città come Milano e Roma, basta cliccare alla voce “bilocale Milano” per crederci. 

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