giovedì 12 gennaio 2012

Giocattoli italiani da esportazione


Sta per chiudere i battenti una delle rassegne internazionali più importanti nel mondo dei giocattoli; l’Hong Kong Toys & Games Fair è secondo solo alla Fiera del Giocattolo di Norimberga, che nei sei giorni di apertura ospita mediamente 2600 stand di produttori provenienti da 60 paesi. Anche l’evento di Hong Kong punta al raggiungimento di questi numeri e, a giudicare dai dati dell’edizione 2012, la distanza non è troppo ampia. Tra il 9 ed il 12 gennaio l’Hong Kong Convention and Exhibition Centre ha ospitato oltre 2000 espositori; il paese più rappresentato è ovviamente quello cinese, con oltre 500 stand, seguito da Taiwan con 150. La crescita della rassegna non ha trovato impreparati i produttori italiani che hanno colto l’occasione per esporre i propri prodotti. La crisi ha leggermente ridimensionato le presenze dei nostri connazionali, ma le 7 imprese che hanno deciso di non mancare parlano in termini positivi di questa esperienza, che si chiuderà con un numero di appuntamenti e di contratti simile a quello degli anni passati. Il giocattolo italiano infatti è molto apprezzato, specialmente in India e in Cina, dove è considerato uno status symbol da parte delle fasce più ricche della popolazione che cercano di affermare la loro condizione. La necessità di prodotti di qualità da parte di paesi emergenti può contribuire al rilancio dell’economia italiana, che deve quindi puntare forte sull’esportazione: le aziende devono alzare la testa e guardare oltre i confini nazionali ed europei, laddove il made in Italy ha maggiori possibilità di espandersi. Ovviamente non ci si può lanciare in una nuova avventura senza avere gli strumenti necessari; dalla creazione di una rete di fornitori alla necessità di avere traduzioni legali certificate (e soprattutto traduzioni giurate che permettano ad un determinato documento di mantenere il proprio valore legale anche dopo essere stato tradotto), sono tanti i passaggi che una piccola impresa deve fare per puntare al mercato estero. Flessibilità e spirito innovativo sono le parole d’ordine; le potenzialità di crescita ci sono tutte!

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