Patrimoniale, si o no?
Quando gioca la nazionale
di calcio ogni italiano si sente allenatore; ognuno ha i suoi giocatori
preferiti, il modulo giusto per far convivere i talenti, le soluzioni adeguate
per disinnescare i punti di forza delle squadre avversarie.
Adesso che siamo nel bel
mezzo di una crisi preoccupante invece siamo diventati tutti economisti,
proponendo ad amici, colleghi e parenti la ricetta buona per venirne fuori.
Una delle proposte più
gettonate è il ricorso ad una patrimoniale; ma chi la pagherà? E a quali
condizioni?
Il PDL e Silvio Berlusconi
continuano a proclamarsi contrari a questa proposta, mentre la Lega, per bocca
dell’ex ministro Calderoli, in estate aveva ipotizzato una patrimoniale
“adattata”, da applicare solo sui beni di lusso. Ma cosa si intende per beni di lusso?
Può essere considerato un bene di lusso un
fuoristrada? Come si può stabilire se si diventa Paperoni acquistando una wrangler jk o
magari ricorrendo al mercato di seconda mano per comprare una juke usata?
Oppure sono dei ricconi solo i possessori di fuoriserie o berline di gran
lusso?
Stabilire una soglia per separare chi è veramente
ricco da chi non lo è, è operazione assai complessa. Ci sono però dei beni che
sono universalmente riconosciuti come prerogativa di pochi fortunati eletti; si
tratta degli yacht (il PJ World firmato Rolls Royce ha un valore sul mercato di
150 milioni di euro), delle opere d’arte (“L’uomo che cammina” di Giacometti è
stato battuto all’asta per 75 milioni di euro, mentre il valore stimato per
“For the love of God” di Damien Hirst, un teschio umano con oltre 8000 diamanti
incastonati, è di 100 milioni di dollari) e delle grandi ville (De Benedetti
per la sua villa in Sardegna ha chiesto 150 milioni di euro).
Se i possessori di ricchezze simili pagassero una
piccola quota per risollevarci dalla crisi non sarebbe poi così male…
Etichette: juke usata, wrangler jk
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