domenica 17 ottobre 2010

Milano, ci vorrebbe l’affitto calmierato

Il problema “case Milano” è quello di canoni d’affitto inaccessibili per quel popolo di precari che si allarga sempre di più.
I precari non riescono ad ottenere mutui dalle banche per acquistare una casa e, d’altra parte, neanche se la sentono di accenderli non avendo prospettive certe. Vengono definiti “bamboccioni”, ma, d’altro canto, non hanno molte alternative non avendo un impiego sul quale contare e devono, quindi, continuare a vivere con i genitori in un’età nella quale un tempo si poteva già costruirsi una famiglia e un nido.
Anche affittare un appartamento è difficile per i giovani (ma spesso non così tanto giovani) precari: i proprietari non si fidano, chiedono garanzie, che significa coinvolgere i genitori, che magari sono pensionati.
La soluzione più praticata è quella del subaffitto di una stanza, quindi una coabitazione con chi ha bisogno di un aiuto per pagare l’affitto e rinuncia ad una stanza ed all’intimità di una casa propria per far fronte alle spese.
Roberto Caputo, vice capogruppo del Pd nel consiglio provinciale di Milano, sostiene: “Per affrontare la grande fame di alloggi a Milano è necessario aumentare la disponibilità di case in affitto a costo calmierato. L'ultima indagine della Caritas di Milano fa emergere una nuova realtà, quella di un ceto medio impoverito che è sempre più in gravi difficoltà economiche. (...) serve quindi un grande progetto sociale in cui si pensi anche all'abbattimento di case fatiscenti e alla costruzione di nuovi alloggi, ma soprattutto di case in affitto a un prezzo sostenibile”.

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