sabato 31 marzo 2012

Si al digitale, ma occhio alle truffe


La rinascita dell’economia italiana passa anche attraverso la modernizzazione delle imprese: i processi di digitalizzazione ad esempio possono fornire notevoli benefici, con risparmi nei costi di gestione e allo stesso tempo rendendo più semplici e snelle le procedure lavorative. Da alcuni mesi ormai si sente parlare della pec obbligatoria (l’art. 37 del D.L. 5/2012 ha peraltro prorogato la scadenza, consentendo alle imprese che ancora non abbiano attivato un indirizzo di posta elettronica certificata di farlo entro il 30 giugno 2012), ma ci sono molti altri strumenti interessanti: dalla conservazione sostitutiva (una sorta di archiviazione digitale dei documenti) alla firma digitale. Esistono alcune società specializzate nella formazione del personale, alle quali rivolgersi per aiutare la propria impresa a crescere: è sufficiente digitare su un motore di ricerca parole come “corso firma digitale” per trovare i professionisti migliori in questo campo.
Ma nonostante il passaggio al digitale presenti notevoli aspetti positivi, è bene tenere gli occhi aperti per evitare di incappare in fregature. Ne sa qualcosa un imprenditore laziale che recentemente ha scoperto di aver ceduto tutte le quote della sua azienda a degli sconosciuti. In realtà i due truffatori, incastrati dal Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza, sono riusciti ad ottenere illecitamente una copia della firma digitale dell’imprenditore, sfruttando la leggerezza di un’agenzia di servizi e di un commercialista. Le indagini condotte da Nello Rossi, procuratore aggiunto di Roma e dal sostituto procuratore Albamonte, hanno inoltre appurato che uno dei due truffatori, che adesso rischiano di finire sotto processo per una serie di reati, era sconosciuto al fisco da ben 16 anni!

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