lunedì 16 gennaio 2012

Impronta ecologica ed edilizia sociale


In questo articolo parliamo del mercato immobiliare nel nostro paese.  Forse non tutti si sono resi conto che nel nostro Paese esiste una fascia di popolazione, sempre più ampia, che non può permettersi l’acquisto e l’affitto di un’abitazione a prezzi di mercato e non può accedere nemmeno alle liste dell’edilizia pubblica perché considerata troppo “ricca”.

Da chi è costituita questa fascia “grigia”? Famiglie monoreddito, in cui magari uno dei due coniugi è in cassa integrazione o disoccupato, coppie di precari con contratti di lavoro co.co.pro o a tempo determinato, famiglie di extra-comunitari.

Per questa fascia di persone, l’esigenza abitativa assume un ruolo centrale, spesso queste persone devono fare i conti con affitti esorbitanti soprattutto per immobili collocati in centri cittadini. Ecco quindi che nasce un’idea chiamata edilizia sociale, che già in molti prospettano essere il futuro del mercato immobiliare.
Di che cosa si tratta? Sono delle abitazioni in cui possono convivere più nuclei familiari, ci sono degli spazi privati e degli spazi pubblici in cui la “comunità” può cucinare, lavare e stendere i panni, coltivare l’orto, dove ci sono i campi da gioco in cui i bambini possono giocare assieme.

Queste abitazioni spesso sono costruite per essere ad impatto zero sull’ambiente, sfruttando al meglio le regole della bio-edilizia riguardo alla fornitura di energia e alle modalità di risparmio. Basta dare una breve occhiata nel web, ad esempio alla voce “case affitto Milano” o “case in affitto Bologna” per pensare che effettivamente l’housing sociale possa essere il futuro dell’abitare.  

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