A scuola di curling
Alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 era emersa una disciplina insolita: il curling. Di origini scozzesi, il curling si basa su un principio simile a quello delle bocce. Invece che le palle colorate dei bocciodromi si hanno a disposizione dei grossi blocchi arrotondati sintetici o di granito, detti stones, da spingere verso un cerchio, in gergo house, tracciato nell’area avversaria dall’altro lato della pista, a 42 metri di distanza.
Chi raggiunge per primo il centro del cerchio opposto, chiamato tee, vince la mano (per un totale di 10 mani), un po’ come accade con il pallino nel gioco delle bocce. Le squadre in gara sono due, di quattro componenti ciascuna. Ognuno di loro ha due stones a disposizione, più una scopa speciale che, sfregata davanti alla stone subito dopo il lancio, può accelerarne, rallentarne, direzionarne il tragitto. Ecco perché, non appena un giocatore getta la sua pietra, due dei suoi compagni scattano a spazzolare la pista, seguendo le indicazioni del caposquadra.
Dove praticare questo sport nel nostro Paese? Nelle regioni alpine, soprattutto. Per esempio, il curling in Trentino ha trovato una folta schiera di appassionati e una struttura ad hoc, il Palacurling di Cembra (TN), cuore dell’omonima valle. La struttura ospita campionati nazionali e internazionali, ma offre anche corsi di curling tenuti da istruttori qualificati. Inoltre, fra i centri sportivi in Trentino, il Palacurling è davvero un po’ speciale, e non soltanto per lo sport che lo caratterizza: si tratta infatti di un edificio di “bioarchitettura”, realizzato unicamente in legno e pietre porfiriche.
Etichette: centri sportivi in Trentino, curling in Trentino
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