Ristorazione collettiva, Angem: “Cambiare i bandi di gara per evitare lo spreco”
È di qualche giorno fa la notizia che quasi la metà dei pasti preparati per gli ospedali, destinati ai pazienti ricoverati, finisce per essere buttato nella pattumiera. La ristorazione collettiva negli ospedali costa al Servizio Sanitario Nazionale più di un miliardo di euro all’anno, così come è stato evidenziato dall’Angem, Associazione nazionale delle aziende per la ristorazione collettiva, operanti anche nelle scuole attraverso i servizi di ristorazione scolastica. A tal proposito una delle cause principali di questo spreco di cibo che finisce per essere buttato viene addebitato anche ai bandi delle gare d’appalto redatti dalla strutture pubbliche che spesso lasciano a desiderare, lasciando dei “buchi”, o comunque seguendo dei criteri non corretti, almeno secondo il giudizio dell’Angem.
Ilario Perotto, presidente dell’Angem, punta il dito verso i capitolati delle gare d’appalto, troppo rigidi e che non danno voce ai fornitori di pasti. Perotto, in relazione al fatto che i cibi preparati per i pazienti degli ospedali non vengono graditi e quindi buttati, spiega: “Se si permettesse ai fornitori dei pasti di dire la propria, sempre in collaborazione coi dietisti, sui menù potremo venire incontro anche ai gusti dei ricoverati. Lo spreco maggiore, infatti, è legato allo scarso gradimento e alla poca varietà dei cibi offerti. Con proposte più adeguate potremmo ridurlo almeno del 50%". Dunque buona parte del problema degli sprechi alimentari negli ospedali potrebbe essere attenuato cambiando i criteri dei bandi di gara di chi appalta che sono sempre legati esclusivamente ai prezzi e alla continuità dei pasti, senza dare attenzione né alla varietà né al possibile gradimento dei pazienti.
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