Introduzione all’agricoltura biologica
C’era una volta l’agricoltura tradizionale. Anni fa, prima
della nascita della produzione intensiva, i campi venivano coltivati
rispettando sia l’ecosistema, la fertilità del terreno e i cicli temporali
dettati dalla natura. L’agricoltura biologica cerca di recuperate questo
spirito, in parte per recuperare i danni causati dall’inquinamento e dallo
sfruttamento delle materie prime, in parte per offrire ai consumatori prodotti
più sani e liberi da sostanze chimiche dannose per la salute.
Produrre prodotti biologici quindi vuol dire salvaguardare la fertilità
dei terreni attraverso l’uso dei soli fertilizzanti di origine organica,
lottare i parassiti attraverso sostanze di origine vegetale e applicare la
rotazione delle culture. Quest’ultima pratica serve a non esaurire la capacità
nutritiva dei campi, cambiando ad ogni stagione il tipo di pianta coltivata in
un determinato quadro di terra.
I prodotti che seguono la filiera del biologico, e che sono
certificati da enti appositi che controllano che siano applicatate tutte le
direttive dei regolamenti europei sull’argomento, arrivano freschi sulla tavola
dei consumatori. Non parliamo soltanto di frutta e verdura ma anche di prodotti
derivati come succhi di frutta, latte, birra, pane, cereali, marmellate.
I metodi biologici sono applicati anche agli allevamenti
attraverso una pratica di riconversione che vede riconoscere come prodotti
certificati soltanto quelli derivati dal bestiame nato già in condizioni
ottimali e quindi di seconda generazione rispetto all’inizio della conversione.
Passare all’utilizzo dei prodotti biologici è quindi un modo
di rispettare l’ambiente prediligendo i prodotti che vengono realizzati
seguendo i dettami che la natura stessa ha indicato e un modo per recuperare un
modo di mangiare non industriale che può solo favorire la nostra salute.
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