giovedì 26 maggio 2011

Il 2011 della bmw è all’insegna dei record

Bmw continua la sua incredibile ascesa e non sembra aver intenzione di interrompere questo percorso. Le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’ultima Assemblea Generale dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, Norbert Reithofer, pongono un obiettivo riassumibile in una sola parola: record.

Nel 2010 sono stati ottenuti risultati storici per la casa di Monaco, ma il gruppo bmw non ha dormito sugli allori e continua ad investire per elevare ulteriormente la propria produzione.

Come? Promuovendo il lavoro dei dipendenti, ognuno dei quali riceverà mediamente quasi 7.500 euro di profitti per gli ottimi fatturati ottenuto lo scorso anno.

Assumendo nuova forza lavoro; nel 2011 verranno assunti altri 2000 dipendenti, 1000 dei quali solo in Germania, per far fronte alla crescente richiesta di prodotti del gruppo bmw.

Sviluppando la ricerca sui nuovi modelli (nel 2013 è previsto l’ingresso sul mercato della prima vettura interamente elettrica) e migliorando la sostenibilità ambientale di quelli già esistenti (oltre 50 veicoli prodotti dal gruppo hanno emissioni di CO2 inferiori a 140 grammi/chilometro.

Grande attenzione viene data anche al settore affidabilità, il cui elevato tasso è confermato dalle recenti statistiche ADAC - l’equivalente tedesco dell’ACI - con tre primi posti (la mini tra le piccole, la bmw serie 1 tra le compatte, la bmw serie 3 tra le medie) e un secondo posto (la bmw serie 5 tra le medio-grandi).

Dati del genere rendono appetibile anche una scelta di seconda mano; chi non ha i mezzi necessari per comprare una macchina nuova sa che l’acquisto di una bmw x5 o di una bmw 320 coupe nel mercato dell’usato presenta ampie garanzie.

Insomma, nuovo o usato che sia, il momento d’oro di bmw sembra non finire mai.

L’inizio del 2011 fornisce ampia fiducia ai propositi dell’azienda; i primi tre mesi del 2011 hanno portato i migliori risultati mai raggiunti, con un fatturato cresciuto del 28,9% in un solo anno; la percentuale cresce ancora di più (34,7%) se si prende in considerazione la sola divisione Auto. La crisi da queste parti non esiste.

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