sabato 23 ottobre 2010

Botteghe in fuga dal centro di Roma

Continua l'abbandono del centro di Roma da parte delle botteghe artigiane e dei vecchi negozi, dato che non muta la situazione "affitti Roma", che è ormai al di fuori della portata del commercio ordinario. Infatti, gli immobili lasciati sfitti dai negozianti d'un tempo vengono occupati da una pletora di negozi per turisti e da locali di ristorazione e mescita che si rivolgono ad un pubblico composto sia di turisti, sia di giovani a caccia di locali dove consumare il rito dell'aperitivo. Un'altra tipologia di commercio che non viene espulso, ma anzi prospera nel centro della capitale, è quello degli articoli di lusso, a cominciare dal vestiario firmato dalle grandi griffes.

Se il caro affitti è la causa "storica" della chiusura delle botteghe nel centro della capitale, in questi ultimi due anni si è aggiunta anche la crisi economica che ha fatto stringere i cordoni della borsa ai clienti, quindi i negozianti vedono, da un lato, aumentare le spese e, dall'altro, ridurre le entrate.
Come nel comparto delle locazioni residenziali, anche nel caso degli affitti commerciali è schizzato verso l'alto il numero degli sfratti per morosità.


Oltre alla scomparsa dei cari vecchi piccoli negozi, che naturalmente implicano un numero elevato di licenziamenti del personale dipendente, la conseguenza macroscopica, che riguarda non solo Roma, ma ormai tante città d'arte, è la trasformazione del centro. Esso non è più luogo di ritrovo dei cittadini, ma diventa uno spazio destinato alla fruizione da parte dei turisti, perdendo, in questo modo, la sua personalità unica e diventando uguale al centro di tante altre città: stessi negozi, stessi bar, stessi panini.

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