domenica 14 agosto 2011

Il restyling del logo è come una scommessa

Il logo è quel segno grafico che rappresenta o richiama il nome di un’azienda. Fa parte del cosiddetto brand, cioè della marca dei beni/servizi che produce. La scelta di rinnovare il logo, modificandolo in tutto o in parte, può essere dettata da diverse ragioni: bisogno di svecchiamento, di apertura verso nuovi mercati, di adattamento a determinate mode, di emulazione della concorrenza, ... Al di là dei costi che l'impresa dovrà inevitabilmente sostenere, alla voce “restyling logo” corrispondono non pochi rischi aziendali, né tantomeno irrilevanti.

Il suo target conosce e si riconosce in un certo logo. Molti ci si sono affezionati e lo hanno interiorizzato come simbolo di affidabilità, qualità e di una certa immagine, nella quale ritrovano o scoprono qualcosa di sé. Sradicare questo universo emozionale per sostituirlo con un altro significa destabilizzare quel rapporto di fiducia e di riconoscimento reciproco tra cliente e impresa. Il rischio è, appunto, che il consumatore si senta tradito o non capito o addirittura abbandonato. Il restyling del logo, infatti, si moltiplicherà nell’immagine coordinata di intere linee di prodotti. O convince oppure è destinato a perdere clamorosamente la scommessa.

Probabilmente coinvolgerà target anche diversi fra loro, ma ciò non toglie che la “novità” dovrà farsi apprezzare su larga scala. Lasciare letteralmente il segno nella memoria collettiva attraverso un logo esige tempo, competenze, costanza, investimenti. Rimettere in discussione tutto questo per lanciarsi nell’avventura di un restyling deve avere necessariamente obiettivi precisi e valide motivazioni, comprendenti analisi approfondite e indagini di marketing accuratissime. A cambiare, infatti, non è soltanto il simbolo grafico di un’impresa, ma il carico di significati, valori, messaggi che quel simbolo ha portato con sé e nel cuore dei clienti.

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