lunedì 19 marzo 2012

Fondo sociale per l’affitto cercasi


Spesso le famiglie che vanno alla ricerca di annunci su abitazioni in affitto, scrutando con attenzione le caratteristiche di avvisi come “affitto Caltanissetta” o “affitti Carbonia”, devono impegnare buona parte del proprio reddito nel pagamento del canone di locazione, limitando di conseguenza tutte le altre spese. A volte poi, per quanto si cerchi di stare attenti nella gestione del bilancio familiare, per riuscire a rimanere in pareggio ci vorrebbe l’abilità di un vero prestigiatore.
Fino a qualche tempo fa chi si trovava in queste condizioni poteva contare sul fondo sociale per l’affitto, uno strumento pensato per sostenere proprio queste famiglie; ma se nel 2010 i fondi a disposizione erano complessivamente 143 milioni, per il biennio successivo si è passati a soli 33 milioni, fino ad arrivare ai miseri 14 previsti per il 2013. Da più parti si sono levate voci contrarie a questa manovra, che non tiene conto della complicata situazione abitativa delle città italiane. Studi recenti dimostrano che una possibile soluzione ci sarebbe eliminando la cosiddetta “cedolare secca”, un istituto creato per abbattere il ricorso agli affitti in nero, basato su una riduzione delle imposte per i proprietari delle abitazioni. La cedolare secca elimina ogni altra tassa, dall’Irpef (comprese le addizionali regionali e comunali) all’imposta di registro, sancendo un’unica imposta che è pari al 21% (il 19% nel caso di appartamenti locati con canone concordato). Ma l’introduzione della cedolare secca non ha generato i benefici sperati: infatti il mancato gettito Irpef non è adeguatamente compensato dalla regolarizzazione di chi in precedenza preferiva rimanere in nero. Nelle casse dell’erario manca così almeno un miliardo di euro, proprio la cifra necessaria per rimettere in vita il fondo sociale e destinarlo a tutti coloro che potenzialmente ne hanno bisogno. Sta alla politica decidere, ma la scelta di far passare questi soldi dalle mani dei proprietari delle abitazioni a quelle degli inquilini sarebbe sicuramente in linea con le norme di equità, rigore e crescita a cui il premier Monti ha dichiarato di ispirarsi.

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